Il Burgundo torna protagonista
Carnevale a Sannazzaro è sinonimo di "Burgundo" la maschera tipica nata dalla fantasia della locale Pro Loco realizzata dal creativo Enrico Mussani e simbolo da decenni di una festa tra le più originali ed acclamate feste carnevalesche della Provincia di Pavia. È proprio la maschera del "Burgundo" (interpretata come da tradizione, da Giuseppe Marchini, consigliere della Pro Loco) rappresenta il garante assoluto della festa che la domenica di Carnevale anima vie e piazze di Sannazzaro.
È dai primi anni ottanta che la maschera locale, metà guerriero longobardo e metà contadino apre la sfilata domenicale su di un calesse dove assieme al "Burgundo" ci sarà la fida Mondina Rosetta altro personaggio tipico che rappresenta le donne indigene che legarono la loro vita a filo diretto con l'invasore Burgundo, barbaro proveniente dalla Borgogna.
Durante la manifestazione vengono effettuati i "Giochi Popolari della Burgundiade" che riesumeranno giochi contadini come il tiro alla fune, il palo della cuccagna, la corsa con l'uovo, la corsa con le mele nel mastello e l'ormai famoso gioco della rana.
Una leggenda che si fonde nella storia
Lui è il guerriero longobardo che arrivò dalla Gallia a conquistare la terra Padana. I barbari della Borgogna non solo saccheggiatori ma rapirono le donne pavesi per portarle prigioniere nelle loro terre d'origine. Fu San Siro, vescovo di Pavia, nel cristianizzare quelle terre del nord a convincere i Burgundi e le loro donne a tornare, questa volta in pace, sulle sponde del Po, nella Lomellina, dove si insediarono per dar vita a Sannazzaro de' Burgundi.
Storia o leggenda, quelle vicende sono state interpretare in modo creativo da Enrico Mussani che nel 1973 creò una maschera che richiama al tempo stesso l'origine longobarda ed indigena del personaggio.
Da quel giorno il "Burgundo" e la "Mondina Rosetta" sono diventati i tutori di Sannazzaro, meschere carnevalesche, spesso usate per simboleggiare la locale comunità. E le corna del "Burgundo" ?
Si dice che fossero tipiche dei guerrieri Burgundi, ma i più maligni osservano che le donne locali seppero ben presto metterle in testa ai loro uomini, tanto avrebbe detto con saggezza romanzata la Mondina Rosetta "le corna fanno un po' male solo quando spuntano, poi non ci si fa più caso".