Castello Sangiuliani
Un piccolo fronte neogotico con loggetta, incorniciato da una sorta di torre merlata che si affaccia sulla piazza principale di Mede, piazza Repubblica, l'antica Piazza Giaretta, maschera gli avanzi delle mura del trecentesco Castello.
E' l'immagine del Castello Sangiullani, trasformato in albergo, lasciataci dai restauri degli anni venti, uno degli ultimi atti di capillare operazione, dalla campagna ai borghi rurali, che nel giro di mezzo secolo sostituisce in Lomellina i segni dell'antico regime e costruisce la città borghese dei nuovo stato unitario.
Si costruiscono teatri, ospedali e case di riposo, edifici scolastici e comunali, preture e poste, stazioni ferroviarie ed edifici per le associazioni dei lavoratori, cimiteri monumentali e dimore nobiliari; tutte le grandi chiese subiscono rifacimenti, rigidamente gotizzanti; nelle città appaiono i viali alberati, le piazze e i palazzi urbani che modificano l'antica tipologia a due piani dei borghi rurali della borghesia.
A Mede, accanto al neoromanico Municipio ed alla piazza alberata, incorniciata dall'altissimo campanile di San Marziano, del castello Sangiullani rimangono dei frammenti su cui si sono stratificati centinaia di anni di demolizioni, ricostruzioni, restauri, ristrutturazioni.
Permane, perentoria, l'ossatura essenziale dell'alzato, una cortina rossa di mattoni, lineare, compatta, tagliente su cui l'unico elemento decorativo sono le sottili cornicette in cotto intorno alle arcate delle aperture, il ricamo delle file di triangoli a vertice ribassato del comicione e una bertesca semidiroccata.
Il castello unitamente all'attigua chiesa dei Santi Marziano e Martino, fin dal XII, secolo fu uno dei fulcri economici, politici, religiosi della Lomellina, uno era sede dei conti palatini, l'altro dominò, secondo la regola di San Benedetto, un vasto territorio, contribuendo alla sua trasformazione economica. Dei tre castelli esistenti in Mede è l'unico sopravvissuto.
Nel 1466 risiedevano nel castello i conti Zaccaria. Nel 1721 il castello passa ai Sangiuliani con le parti del feudo di Mede che loro spettavano, come i titoli Zaccaria. Nel 1733 la Congregazione rurale della Provincia Lomellina lo acquista all'oggetto di tenervi le adunanze dei Consiglieri componenti l'intera Congregazione e due stanze vengono adattate a carceri". Nel 1789 viene posto in vendita; l'asta va deserta, nella relazione di stima si scrive: "detta casa è di nessun reddito per causa del poco commercio del paese e maggiormente per la soggezione delle carceri alle quali si unisce una latrina molto fetente; inoltre vi sono necessarie varie istantanee riparazioni e massime riguardo alle diverse aperture, molte delle quali si ritrovano scompaginate . Il 18 maggio 1793 il castello viene acquistato dal conte Ruffino Guizzardi di Mede.
Gran parte è andato perduto, con le trasformazioni di inizio secolo (ala sud) e con le recenti ristrutturazioni (ala est) e i frazionamenti di proprietà. Il 5 dicembre 1821 gli eredi Guizzardi vendono il Castello al signor Mario Corsi. Nel 1858 passa ai signori Luigi, Giovanni Battista e Vicenzina Biglieri. Alla fine dell'ottocento con la costruzione della piazza Vittorio Emanuele e dei relativi palazzi, la mole imponente del Castello viene nascosta ed inglobata nel lato ovest in un cortile. All'inizio del XX secolo viene trasformato in Albergo Castello, l'ala sud demolita e trasformata in palazzo di tre piani. Nel 1920 viene restaurato e si aggiunge la loggetta, la merlatura mentre vengono rifatti tutti i solai dell'ala dell'angolo nord ovest e la relativa muratura esterna, viene chiuso il portico interno al piano terra, nella torre d'angolo viene ricavata una scuderia, su progetto dell'arch. Mina. Nel 1942 l'edificio viene vincolato ai sensi della legge 1089. Nel 1985 viene abbandonato, la proprietà ulteriormente frazionata (ala est), nel cortile le tettoie diventano box. Nel 1996 il Comune di Mede acquista il Castello Sangiuliani per trasformarlo in nuova sede della Biblioteca Comunale e dei Musei Civici.