Nel corso dei secoli, Vigevano ha fatto sorgere in campo economico fiorenti iniziative in ogni direzione. Spesso ha concentrato i suoi sforzi verso una particolare industria: prima quella degli arazzi, poi dei cappelli e più recentemente quella delle calzature. In quest'ultima ha raggiunto traguardi di rilevanza mondiale.
Nata in forma artigiana, questa attività economica, poco dopo la metà del XIX secolo, ha improvvisamente assunto una precisa dimensione industriale. Per questo motivo la città, dopo aver posato in una sua piazza il monumento al Calzolaio d'Italia, ha sentito la necessità di erigere un diverso monumento che non solo ricordasse le fatiche e il lavoro di cento lunghi anni, ma conferisse dignità culturale all'attività economica di tutti i giorni. Nasce così il Museo della Calzatura.
Ospitata al piano terreno dell'ottocentesco Palazzo Crespi, la raccolta è unica nel suo genere in Italia ed è nata da una cospicua donazione della famiglia Bertolini al Comune di Vigevano. Il museo fu inaugurato nel 1972 ed è in attesa di una definitiva destinazione che permetta l'esposizione delle circa mille calzature conservate e di tutto il materiale legato alla produzione della scarpa.
Attualmente la raccolta, divisa in tre sezioni, comprende circa trecento scarpe, che offrono una inedita storia della calzatura come elemento di costume sia attraverso i secoli, sia presso le diverse civiltà.
La sezione storica comprende esempi di scarpe dal XV secolo ai nostri giorni, come gli stivaloni da postiglione risalenti al XVII secolo, le pantofole veneziane del seicento o le scarpine da ballo dell'ottocento. La seconda sezione raccoglie le calzature appartenute a personaggi illustri: dalla pantofola appartenuta alla Duchessa Beatrice d'Este (fine del XV secolo), alla calzatura di Papa Pio XI, dalla ricostruzione del polacchino medievale di Carlo Magno a quello appartenuto a Benito Mussolini. A questa sezione appartiene anche una raccolta di scarpe e scarponi militari. La sezione etnografica riunisce calzature in uso presso i popoli della terra, dai sandali africani, ai mocassini indiani, dalle guetas giapponesi alle opanche balcaniche. Infine arricchiscono la collezione alcune curiosità, come gli strumenti del ciabattino, e un cospicuo fondo di pubblicazioni inerenti la calzatura e la sua produzione.